Escursionismo – Nozioni di primo soccorso in montagna

  IN CASO DI INCIDENTE

  • Mantenere la calma
  • Controllare la sicurezza della scena
  • Valutare lo stato del ferito
  • Se non si è sicuri del luogo o non si è in grado di intervenire
  • Se possibile non abbandonare l’infortunato(se non per chiedere soccorso)
  • Tanto più grave è l’incidente quanto prima attivare i soccorsi

 VALUTAZIONE DEL FERITO

  • Valutare: coscienza, respiro, circolo, mobilità e integrità degli arti
  • Considerare il SOSPETTO di lesione come LESIONE
  • NON sottostimare mai l’infortunio
  • In caso di lesioni importanti a testa, colonna vertebrale, bacino ed evitare manovre inappropriate  

 RICHIESTA DI SOCCORSO

Se e’ una situazione di emergenza sanitaria

Chiamare il 118

  • Indicare con precisione il luogo dell’incidente, la dinamica dell’incidente,
  • Ascoltare le richieste dell’operatore,
  • Fornire tutte le informazioni richieste utili a gestire al meglio il soccorso.

 ATTESA DEI SOCCORSI

  • Assistere il ferito
  • Applicare manovre di primo soccorso se necessarie
  • Verificare costantemente la copertura rete del cellulare
  • Lasciare libero il cellulare con cui si sono attivati i soccorsi

TRAUMI

  • FRATTURE
  • DISTORSIONE
  • LUSSAZIONE
  • FERITE
  • TRAUMI O FERITE AGLI OCCHI

 FRATTURE

Rottura totale o parziale di un segmento osseo per un forte trauma:

  • Esposta quando c’è una lesione alla cute e l’osso è visibile all’esterno
  • Chiusa quando la cute rimane integra anche se c’è una deformità nella zona colpita.
Sintomi
  • Dolore che aumenta al movimento
  • Deformità della parte
  • Tumefazione o/e ematoma
  • Limitazioni funzionali
Trattamento
  • Non muovere l’infortunato
  • Immobilizzare l’area colpita
  • In caso di frattura esposta tamponare il sanguinamento, non ridurre la frattura, eventualmente pulire la ferita con acqua
PARTICOLARMENTE GRAVI:
  • Testa
  • Bacino
  • Colonna vertebrale
MOLTO FASTIDIOSE
  • costole

 DISTORSIONI

Lesioni a carico dei legamenti dell’articolazioni fino alla rottura.

Frequenti a carico di CAVIGLIA, GINOCCHIO, POLSO

LUSSAZIONI

Lesioni articolari in cui le estremità ossee perdono il rapporto e rimangono fuori posto, non consentendo il movimento.

CONTUSIONI

Lesioni delle parti molli del corpo: tessuto, sottocutaneo, muscoli.

TRATTAMENTO
DISTORSIONE
  • Applicare ghiaccio
  • Non sollecitare l’articolazione
  • Immobilizzare l’arto
LUSSAZIONE
  • Applicare ghiaccio
  • Non ridurre l’articolazione
  • Immobilizzare l’articolazione nella posizione più comoda dell’infortunato
CONTUSIONI
  • Applicare ghiaccio

 FERITE

Varie per forma, profondità e di diversa gravità a seconda del vaso colpito.

 EMORRAGGIA VENOSA O ARTERIOSA

RIMEDI
  • Disinfettare
  • Comprimere la ferita con garze o fazzoletti puliti
  • Fasciare
  • Legatura provvedimento di estrema urgenza e temporaneo
 LEGATURA

E’ una manovra che può provocare danni, per cui va fatta:

  • Solo se le misure precedenti non sono state sufficienti
  • Solo a gli arti
  • Solo con materiale largo e morbido

 TRAUMI O FERITE AGLI OCCHI 

Penetrazione di corpi estranei

Sintomi 

Dolore all’occhio arrossamento e lacrimazione stimolo a strofinarsi ipersensibilità alla luce

Trattamento

Lavare l’occhio con acqua agendo dall’angolo interno(dal naso) verso l’esterno, se non viene rimosso provare a toglierlo con un fazzolettino.

FARE ATTENZIONE A NON CAUSARE LESIONI ALL’OCCHIO

 PUNTURE D’INSETTO

SINTOMI LOCALI

Arrossamento, Gonfiore, Prurito, Dolore

SINTOMI ALLERGICI
  • Orticariageneralizzata
  • Difficoltàrespiratoria
  • Colicheaddominali
  • Sensodisoffocamento
TRATTAMENTO
  • Estrarre il pungiglione, schiacciandolo si può iniettare il veleno
  • Far scorrere acqua fredda o impacchi di ghiaccio per rallentare l’assorbimento del veleno
  • Applicare una pomata antistaminica
  • Evitare la frizione della cute

 MORSO DI VIPERA

SINTOMI
  • Dolorei ntenso
  • Arrossamento della zona e gonfiore
TARDIVI
  • Nausea, vomito, dolori articolari
  • Confusione mentale
TRATTAMENTO 
  • Rassicurare l’infortunato e mantenere la calma
  • Disinfettare la ferita
  • Evitare di muoversi
  • Impacchi di ghiaccio
  • Effettuare un bendaggio compressivo
  • NON INCIDERE LA FERITA, NON SUCCHIARE IL SANGUE DELLA FERITA

 COLPO DI CALORE

Provocato da un eccessivo innalzamento della temperatura corporea legato da una insufficiente traspirazione

COLPO DI SOLE

Provocato dall’esposizione ai raggi solari per un lungo periodo senza un adeguata protezione alla testa

SINTOMI
  • Pelle arrossata
  • Respiro accelerato
  • Battito cardiaco accelerato
  • Arresto della sudorazione e pelle calda 
  • Mal di testa, nausea
  • Stato confusionale, perdita di coscienza
TRATTAMENTO
  • Portare l’infortunato in un luogo fresco e areato
  • Togliere gli abiti
  • Se cosciente far bere bevande fresche e saline
  • Applicare impacchi freddi su capo

 ERITEMI SOLARI E SCOTTATURE

Infiammazione cutanea dovuta all’eccessiva esposizio e ai raggi solari.

  • Le radiazioni solari sono più intense ad alte quote
  • Il potere radiante è maggiore rispetto ad anni fa
PREVENZIONE

Protezione solare con creme a fattore 20 o più

SINTOMI

Si classificano in 2 gradi

  • 1°grado arrossamento e bruciore
  • 2°grado bolle o flittene (evitare di romperle) febbre
TRATTAMENTO

Applicare acqua fredda e crema doposole

 OFTALMIA DA RIVERBERO (LUCITE)

Irritazione della congiuntiva causata dalla prolungata esposizione a luce intensa. (ghiacciai o zone innevate)

SINTOMI

  • Arrossamento dell’occhio
  • Lacrimazione
  • Forte prurito
TRATTAMENTO
  • Lavaggi con acqua
  • Colliri decongestionanti
PREVENZIONE

 Occhiali da sole con lenti scure il più possibile avvolgenti.

 EFFETTI DEL FREDDO

CONGELAMENTO

Lesioni da freddo localizzate, che posso insorgere a quote basse in giornate particolarmente fredde, umide e soprattutto ventose.

ASSIDERAMENTO

Quadro clinico che interessa tutto l’organismo , dovuto ad una diminuzione della temperatura corporea sotto i 35°C con depressione graduale di tutte le funzioni vitali.

TRATTAMENTO
  • Abbigliamento adeguato
  • Togliere indumenti bagnati
  • Riscaldare senza strofinare
  • Telino termico
  • Bevande calde no alcoliche

Basic Life Support

Il Basic Life Support (in italiano sostegno di base alle funzioni vitali, noto anche con l’acronimo BLS) è una tecnica di primo soccorso che comprende la rianimazione cardiopolmonare (RCP) e una sequenza di azioni di supporto di base alle funzioni vitali.

La definizione BLS/D si riferisce al protocollo BLS con l’aggiunta della procedura di defibrillazione (che è lo standard progressivo nei corsi di formazione per soccorritori).

La procedura di seguito descritta si basa sulle linee guida dell’European Resuscitation Council, ed è pensata per essere eseguita da chiunque (anche personale non sanitario). Per questo non richiede capacità mediche né l’utilizzo di particolari attrezzature. Per questo è definito “BLS laico”. La procedura che prevede l’utilizzo di presidi (pallone Ambu, cannula faringea, ecc.), è pensata per il personale medico-infermieristico e per i soccorritori certificati ed abilitati.

Fare sempre riferimento al 118 (Numero Unico Emergenze 112 in alcune regioni) prima di intervenire in qualunque modo sui pazienti, soprattutto se esposti a trauma. Nel caso ci si trovasse nella situazione di dover applicare il BLS si consiglia fortemente, se si è a conoscenza di questa procedura, di intervenire.

Si consiglia inoltre a tutti di frequentare i corsi gratuiti alla cittadinanza organizzati dalle varie organizzazioni di soccorso presenti sul territorio: la spiegazione è sicuramente più approfondita di quella che può dare la semplice lettura di un testo e in più c’è la presenza di simulazioni pratiche.

Va detto inoltre che le linee guida dell’ERC cambiano e si aggiornano col tempo: le ultime sono quelle del 2015, che apportano non poche modifiche alle precedenti (ricerca del punto di compressione, entità dell’insufflazione, ecc.)

All’arrivo sulla scena, prima di effettuare qualsiasi azione sul soggetto, il soccorritore deve accertarsi che la zona in cui agisce sia priva di pericoli che potrebbero pregiudicare la salute del soccorritore e dell’assistito. Per esempio, è necessario prestare la massima attenzione nell’accertarsi che il soggetto non sia a contatto con parti sotto tensione, che non vi siano odori di gas o liquidi dannosi, che non siano presenti cavi elettrici sotto tensione; un altro fattore da tener presente è, d’inverno, la possibile fuoriuscita di monossido di carbonio da caldaie o stufe malfunzionanti. Nel caso in cui la zona non sia sicura è necessario avvertire le autorità competenti, ad esempio i Vigili del fuoco. Se la zona è sicura, allora è possibile procedere con le manovre del BLS. La rianimazione viene praticata esclusivamente su un soggetto incosciente, che non risponde al richiamo verbale e agli stimoli tattili (per esempio, se scosso). Valutare se il soggetto è vittima di un malore oppure di un trauma; nel secondo caso non muovere il paziente e contattare immediatamente il 118.

Nel caso in cui, trovandosi di fronte alla vittima incosciente di un trauma, si debba obbligatoriamente intervenire (non c’è possibilità di chiamare soccorsi oppure si è preposti a questa funzione: es. assistente bagnanti, personale medico, ecc.), bisogna sapere che il BLS avrà due procedimenti leggermente diversi a seconda che si tratti di malore (o l’annegamento) o specificamente di trauma; perciò va detto che quando non si ha la possibilità di valutare con certezza la causa dell’evento (per es. non si era presenti e non ci sono né testimoni né segni evidenti di cosa possa essere avvenuto), bisogna agire considerando l’infortunato vittima di “trauma sospetto”, operando quindi appunto come se il trauma fosse realmente avvenuto

Il soccorritore che ha valutato che il luogo in cui si trova e in cui deve operare è sicuro, incomincia la valutazione dello stato di coscienza. La comunicazione con la persona deve avvenire sfruttando tutti i cinque sensi.

Posti di fronte al corpo steso, per evitare movimenti del collo dell’infortunato, la persona deve essere scossa leggermente per le spalle e chiamata ad alta voce. Si noti che il solo stimolo vocale può risultare inutile in caso di persone sorde. Nell’eseguire questa operazione, il soccorritore presterà attenzione nel reggere una mano dell’assistito, per prevenire la propria incolumità nel caso questo si risvegli e, in preda al panico o sotto l’effetto di stupefacenti, tenti di aggredire il soccorritore. Se il paziente non reagisce, allora la persona è definita incosciente e va fatta immediata richiesta a chi ci sta vicino di chiamare il Numero telefonico per le emergenze mediche 118 e/o 112 ; il NUE 112 è operativo solo in alcune parti del territorio italiano [1](il progetto è stato avviato in via sperimentale il 21 giugno 2010 a Varese per la regione Lombardia), 112 nella maggior parte dei paesi dell’Unione europea e 144 in Svizzera, dichiarando che la persona è in stato di incoscienza. Nel caso in cui il paziente sia cosciente, può essere comunque allertata la centrale per l’invio di personale qualificato al fine di controlli più accurati.
Valutato lo stato di coscienza, si prosegue con le manovre di BLS.

La seconda fase del BLS consiste in una procedura che viene denominata ABC, dalle iniziali delle parole inglesi Airway, Breathing, Circulation. Per iniziare l’ABC il soccorritore deve porre la persona su un piano rigido (generalmente per terra) con gli arti e la testa allineati in posizione supina (pancia in alto) e con il torace scoperto. Nel fare ciò si deve tenere presente che l’infortunato può aver subito un trauma e quindi presentare lesioni al rachide cervicale.

A questo punto si inizia la valutazione vera e propria.

Il pericolo che corre una persona incosciente è l’ostruzione delle vie aeree: anche la stessa lingua può cadere all’indietro e impedire la respirazione, a causa della perdita di tonicità della muscolatura. Prima di ogni altra cosa si procede al controllo del cavo orale tramite la “manovra a borsellino” che si effettua ruotando assieme l’indice e il pollice sulla bocca del paziente, come se si dovesse aprire un portaspiccioli. Se sono presenti oggetti che ostruiscono le vie respiratorie vanno rimossi, con pinze, non introducendo mai le dita in bocca all’infortunato e facendo attenzione a non spingere il corpo estraneo ancora più in profondità. Se è presente acqua o altro liquido (per esempio dopo un annegamento) bisognerà inclinare lateralmente la testa dell’infortunato per permettere al liquido di fuoriuscire, mentre se c’è il sospetto di un trauma del rachide cervicale, bisognerà ruotare su un fianco l’infortunato in modo da non muovere il collo. Una volta verificata la pervietà delle vie aeree e quindi l’assenza di oggetti che possano ostruire il passaggio dell’aria si effettua l’iperestensione della testa, proprio per evitare un auto-soffocamento con la lingua (questa manovra va fatta successivamente all’ispezione orale per non spingere ancora più in basso eventuali corpi estranei presenti all’interno). Per effettuare la manovra dell’iperestensione, vanno poste una mano sulla fronte, per portare indietro la testa, e due dita sotto il mento, per sollevarlo. La manovra di iperestensione non dovrà essere violenta né brusca (il collo è molto delicato) ma dovrà comunque essere efficace. Sempre per questa ragione, nel caso vi sia un trauma cervicale anche solo sospetto, l’iperestensione dovrà essere sempre evitata insieme con tutti gli altri movimenti del paziente: solo se dovesse rendersi assolutamente necessaria (in caso ad esempio di un paziente in arresto respiratorio), la manovra dovrà essere solo parziale. La posizione di iperestensione va mantenuta fino alla fine della valutazione ABC.

La fase GAS.

Dopo la fase di Airway è necessario controllare se l’infortunato respira. La posizione ideale per farlo è accostare la guancia alla sua bocca (a circa 3–5 cm), avendo preventivamente scoperto il torace dagli abiti, osservo il torace. Questa manovra è detta “GAS” che sta per GuardoAscoltoSento:

  1. Guardare il movimento del torace
  2. Ascoltare il respiro
  3. Sentire il flusso d’aria sulla guancia

Questa osservazione deve essere mantenuta per 10 secondi, contando ad alta voce, mantenendo la testa del paziente iperestesa nel caso si sia certi dell’assenza di un trauma, (nel trauma è necessario mantenere la posizione neutra del capo e liberare le vie aeree a mezzo della sublussazione della mandibola, onde evitare lesioni al rachide cervicale). Contare ad alta voce serve a chi interviene nel frattempo, e conosce i fondamenti della BLS, a capire senza interrompervi che può essere necessario il suo aiuto. È necessario fare attenzione a non confondere ansimi e gorgoglii emessi in caso di arresto respiratorio con la respirazione normale.

Mentre si effettua la manovra GAS il soccorritore valuta se sono presenti elementi che manifestino la presenza di circolazione interna: movimenti della persona, degli arti, colpi di tosse, respiro. La manovra è definita MO.TO.RE. (MOvimenti, TOsse, REspiro). Oltre a queste due operazioni, è possibile la ricerca del polso, preferibilmente carotideo (premere con i polpastrelli di indice e medio sulla carotide, posta lateralmente al pomo di Adamo), giacché permette la percezione di battito cardiaco anche a una pressione arteriosa sistolica (massima) di 50 mmHg, mentre il polso radiale e femorale non permettono di reperire battito con pressione arteriosa sistolica inferiore a 80 mmHg. Comunque, poiché non è facile cercare il polso carotideo soprattutto se non si è esperti, la presenza di MO.TO.RE., anche quando il polso carotideo non è apprezzabile, è una prova certa che il cuore sta battendo.

La ricerca di segni di circolo (MO.TO.RE.) non deve in nessun modo ritardare le operazioni di soccorso, per cui in caso di dubbio, si assume che l’attività cardiaca sia assente.

In assenza di MO.TO.RE. è indispensabile incominciare la rianimazione cardio-polmonare RCP. Se si è da soli a soccorrere si chiama in questo momento il 118. Se i soccorsi sono stati già chiamati, è importante confermare che c’è una persona in arresto respiratorio e senza segni di circolo.

La procedura della rianimazione cardio-polmonare, da effettuarsi su un paziente su una superficie rigida (una superficie morbida o cedevole rende completamente inutili le compressioni) consiste in queste fasi:

Massaggio cardiaco.

  • Il soccorritore si inginocchia a fianco del torace, con la sua gamba all’altezza della spalla dell’infortunato.
  • Rimuove, aprendo o tagliando se necessario, gli abiti dell’infortunato. La manovra richiede il contatto con il torace, per essere sicuri della corretta posizione delle mani.
  • Colloca le mani direttamente sopra lo sterno, una sopra all’altra, al centro del petto. Per evitare di rompere le costole in caso di paziente potenzialmente affetto da fragilità ossea (età avanzata, osteogenesi imperfetta, ecc.), solo il palmo delle mani dovrebbe toccare il torace. Più in particolare, il punto di contatto dovrebbe essere l’eminenza palmare, ovvero la parte più inferiore e vicina al polso del palmo, che si presenta più dura e posta in asse con l’arto. Per facilitare questo contatto può essere utile intrecciare le dita e sollevarle leggermente.
  • Sposta il peso verso avanti, rimanendo sulle ginocchia, fino a che le sue spalle non sono direttamente sopra le mani.
  • Tenendo le braccia dritte, senza piegare i gomiti, il soccorritore si muove su e giù con determinazione facendo perno sul bacino. Per essere efficace, la pressione sul torace deve provocare un movimento di circa 5–6 cm per ciascuna compressione. È fondamentale, per la riuscita dell’operazione, che il soccorritore rilasci completamente il petto dopo ogni compressione, evitando assolutamente che il palmo delle mani si stacchi dal torace causando un dannoso effetto di rimbalzo.
  • Secondo il più recente protocollo, il ritmo di compressione corretto deve essere di 120 compressioni al minuto, ovvero due al secondo.

Respirazione bocca a bocca

  • Ogni 30 compressioni, è necessario praticare 2 insufflazioni con la respirazione artificiale. La testa viene ruotata all’indietro, il soccorritore chiude il naso con una mano mentre estende la mandibola con l’altra per mantenere la bocca aperta. Si noti che, dimenticando di chiudere il naso, l’operazione risulterà completamente inefficace. È fondamentale che durante le insufflazioni il capo rimanga iperesteso, giacché una scorretta posizione delle vie aeree espone la vittima al rischio che entri aria nello stomaco, provocando così facilmente rigurgito. Quest’ultimo è provocato anche dalla potenza con cui si soffia: se si soffia troppo forte si manda aria nello stomaco. La respirazione bocca a bocca comporta l’insufflazione forzata di aria nel sistema respiratorio dell’infortunato, con l’ausilio di una mascherina o di un boccaio. In caso di mancanza, un fazzoletto di cotone può essere impiegato per proteggere il soccorritore dal contatto diretto con la bocca dell’infortunato. Le nuove linee guida del 2010 mettono in guardia il soccorritore dai rischi dell’iperventilazione: aumento eccessivo della pressione intratoracica, rischio di insufflazione di aria nello stomaco, ridotto ritorno venoso al cuore; per questa ragione le insufflazioni non devono essere eccessivamente energiche, ma emettere una quantità d’aria non superiore a 500–600 cm³ (mezzo litro, in un tempo non superiore al secondo). In ultimo va ricordato che l’aria inspirata dal soccorritore prima di insufflare deve essere il più possibile “pura”, e cioè contenere la più alta percentuale possibile di ossigeno: per questo tra un’insufflazione e l’altra il soccorritore dovrà alzare la testa per inspirare a una distanza sufficiente perché non inspiri l’aria emessa dalla vittima, che presenta una densità di ossigeno minore.
  • Ritorna dalla parte del torace e riposiziona le mani nella posizione corretta.
  • Ripete il ciclo di 30:2 per un totale di 5 volte controllando alla fine se esistono segni di MO.TO.RE. , ripetendo la procedura senza mai fermarsi, tranne che per esaurimento fisico o per l’arrivo dei soccorsi.
  • Se invece i segni di MO.TO.RE. ritornano presenti (la vittima muove un braccio, tossisce, muove gli occhi, parla, ecc.), occorre tornare al punto B: se quindi la respirazione è presente, si potrà disporre la vittima in PLS (Posizione Laterale di Sicurezza), altrimenti si dovranno eseguire soltanto ventilazioni (10-12 al minuto), ricontrollando ogni minuto i segni di MO.TO.RE. fino alla ripresa completa della respirazione normale (che è di circa 10-20 atti al minuto).
  • La rianimazione deve sempre cominciare con le compressioni salvo nel caso in cui si tratti di trauma o la vittima sia un bambino: in questi casi si comincerà con 5 insufflazioni, per proseguire normalmente con l’alternanza compressioni-insufflazioni. Questo avviene perché in caso di trauma si presume che l’ossigeno presente nei polmoni dell’infortunato non sia in quantità sufficiente a garantire l’efficienza della circolazione sanguigna; a maggior ragione, a titolo precauzionale, si incomincerà con le insufflazioni in caso la vittima sia un bambino, in virtù del fatto che è presumibile che un bambino, godendo di buone condizioni di salute, si trovi in stato di arresto cardiaco per cause dovute con maggiore probabilità a trauma o a un corpo estraneo penetrato nelle vie aeree.

Posizionamento degli elettrodi del defibrillatore rispetto al cuore.

Il soccorritore smetterà il massaggio cardiaco esclusivamente se:

  • si modificano le condizioni del luogo, che non diventa più sicuro. In caso di grave pericolo il soccorritore ha il dovere di mettersi in salvo.
  • arriva l’ambulanza con medico a bordo o l’auto medica inviata dal 118.
  • arriva soccorso qualificato con una più efficace attrezzatura
  • è sfinito e non ha più forze (anche se in questo caso in genere si chiedono i cambi, che dovranno avvenire a metà delle 30 compressioni, in maniera tale da non interrompere il ciclo compressioni-insufflazioni).
  • il soggetto riprende le funzioni vitali

quindi nel quale ci fosse un arresto cardiopolmonare bisogna intervenire con la respirazione bocca a bocca

Il BLS “D” Defibrillation (adulto e pediatrico) autorizza l’uso del defibrillatore. Il soccorritore praticata la rianimazione cardio polmonare, può utilizzare il defibrillatore semiautomatico (DAE), con modalità diverse se il paziente è adulto, o pediatrico.

Le modifiche più recenti (come verificabile sugli appositi manuali A.H.A) riguardano più l’ordine che le procedure. Innanzitutto, è aumentata l’enfasi sul massaggio cardiaco precoce (quindi sulla C: Circulation), ritenuto più importante dell’ossigenazione precoce. La sequenza è passata quindi da ABC a CAB; si inizia con le 30 compressioni toraciche (che devono incominciare entro 10 secondi dal riconoscimento del blocco cardiaco), e si procede alle manovre di apertura delle vie aeree e quindi alla ventilazione. Così facendo si ritarda solo di circa 20 secondi la prima ventilazione, cosa che non influisce negativamente sulla buona riuscita della CPR- Inoltre è stata eliminata (nella valutazione della vittima) la fase GAS poiché potrebbe essere presente respiro agonizzante (gasping) che viene avvertito dal soccorritore sia come sensazione di respiro sulla pelle (Sento) sia a livello uditivo (Ascolto) ma che non provoca una ventilazione polmonare efficace poiché spasmodico, poco profondo e a bassissima frequenza. Modifiche minori riguardano la frequenza di compressioni toraciche (da circa 100/min ad almeno 100/min) e l’utilizzo della pressione cricoidea per prevenire l’insufflazione gastrica: la pressione cricoidea va evitata poiché non è efficace e può rivelarsi dannosa rendendo più difficoltoso l’inserimento di dispositivi respiratori avanzati come tubi endotracheali, ecc.

Posizione laterale di sicurezza

Se la respirazione torna a essere presente, ma il paziente è ancora in stato di incoscienza e non si suppone un trauma, esso va posizionato in posizione laterale di sicurezza. Per far ciò bisogna flettere un ginocchio e portare il piede della medesima gamba sotto il ginocchio della gamba opposta. Bisogna far scivolare il braccio opposto alla gamba flessa sul terreno finché non sia perpendicolare al tronco. L’altro braccio va posto sul torace, in modo che la mano passi sul lato del collo. Successivamente il soccorritore deve porsi sul fianco che non presenta il braccio esteso esternamente, infilare il proprio braccio fra l’arco formato dalle gambe del paziente e con l’altro afferrare la testa. Facendo leva sulle ginocchia, bisogna far rotolare delicatamente il paziente sul fianco del braccio esterno, accompagnando il movimento della testa. La testa va poi iperestesa e mantenuta in tale posizione sistemando sotto la guancia la mano del braccio che non tocca terra. Questa posizione ha lo scopo di mantenere le vie aeree pervie ed evitare che improvvisi getti di vomito occludano la cavità respiratoria ed entrino nei polmoni, danneggiandone l’integrità. Con la posizione laterale di sicurezza ogni liquido emesso viene espulso fuori dal corpo.